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INDIA, IL TE' DEL TAMIL NADU PER IL COMMERCIO EQUO
Il video, realizzato per conto
di Coop Italia, presenta la piantagione Chamraj della
società United Nilgiri Tea Estates che si trova tra le
montagne Nilgiri, nell'India del Sud, nello stato del Tamil Nadu.
E' un angolo di India remoto. A
2200 metri di altitudine nello stato del Tamil Nadu. Dove i pendii dei
monti sono stati rivestiti da una seconda pelle: le piantagioni di
tè. Un mare ondulato che traccia trame geometriche e che si
colora di rosa quando il sole spunta sull'orizzonte. I monti delineano
profili ambrati dalle forme antropomorfe mentre decine di donne partono
con le loro gerle verso i campi per raccogliere le foglie di
tè. Sveglia di buonora, quando è ancora buio,
alle 5,30, per preparare il pranzo alla famiglia, per il marito e per i
figli che andranno a scuola. E' un mondo che si desta. Voci
sommesse arrivano da spartane abitazioni facendo a gara per
intensità con i cori degli uccelli. E' un grande concerto
collettivo al quale concorrono l'uomo e la natura. Ben 1400 persone
lavorano per la compagnia del tè, la United Nilgiri Tea
Estates che prende il nome da questi monti, i Nilgiri, dichiarati parco
nazionale dal governo indiano. Sono per lo più lavoratori
appartenenti a minoranze etniche tribali, popolazioni autoctone che da
secoli abitano questi monti ma che il destino e la storia hanno ridotto
in estrema povertà. La maggioranza non è
proprietaria di alcun bene: non hanno terra e non hanno casa. Solo la
loro forza lavoro. “Il nostro concetto di base è
migliorare la qualità della vita di questi lavoratori, dare
loro maggiore dignità e un futuro ai loro figli. E in questo
il mercato equo ci ha aiutato molto”, sostiene Gerard Pinto,
direttore generale. La società è stata la prima
in India ad essere certificata con il bollino di Fairtrade del mercato
equo. Una parte dei guadagni finisce in opere sociali. La lista
è lunga. A cominciare dall'istruzione: è stata
fondata la Chamraj School nella quale si investe la parte
più significativa del Premium Fairtrade (il bonus gestito da
un organismo democratico chiamato “joint body”).
Tre edifici ospitano un asilo, la scuola elementare e le superiori.
Frequentano 1200 studenti che arrivano da 26 villaggi della zona che si
trovano in un'area di una trentina di chilometri. Quelli che abitano
più lontano arrivano con i due bus acquistati con il
finanziamento del Fairtrade Premium. Molti giovani
se non avessero questa scuola non avrebbero accesso all'istruzione di
base. Le lezioni avvengono in lingua inglese. E questa è la
prima generazione che ha la possibilità arrivare fino al
diploma di scuola media superiore. Non solo: più del 60%
degli iscritti sono bambine e ragazze, un record positivo.
“La condizione della donna in India è molto
difficile, aggiunge il preside G.B. Hendrix, noi vogliamo che esca
dalla condizione di subalternità! E la scuola può
aiutarci. Se la donna guadagna del denaro può emanciparsi e
farsi rispettare”. Oltre alla scuola è stato
aperto un ospedale di 70 posti letto con due medici. Uno di questi
è pagato tramite il Premium Fairtrade. Confluiscono nel
piccolo ospedale non solo i dipendenti dell'azienda ma tutti gli
abitanti della zona che qui possono sottoporsi alle analisi di base. La
struttura sanitaria ha avviato una vaccinazione di massa per quanto
riguarda l'epatite e il tifo, due malattie che qui si contraggono a
causa della scarsa qualità dell'acqua e delle precarie
condizioni igieniche. Un altro intervento significativo è la
pensione mensile di 1500 rupie garantita a tutti coloro che hanno
lavorato almeno 30 anni. Fino ad ora ne hanno beneficiato
più di mille dipendenti. Sono stati costruiti inoltre un
orfanotrofio e un ostello per i ragazzi che vengono dai villaggi
più lontani. Insomma quella della United Nilgiri Tea Estates
è una politica aziendale di lungo respiro improntata
all'emancipazione sociale che il mercato equo contribuisce a mantenere
viva.
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